Bcc Basilicata sostiene la mostra di Claudio Malacarne a Matera, domani l’inaugurazione di “Daydreamers”.
Malacarne in mostra con i suoi “dreamers” a Matera. Dal 28 aprile al 15 giugno, la mostra intitolata “Daydreamers” sarà accessibile gratuitamente nella Fondazione Sassi in via San Giovanni Vecchio 24 nel Sasso Barisano a Matera.
Il “tessitore di luce” torna in Basilicata con le sue figure fatte di colore, i contrasti sulla pelle, la fisicità sublimata in energia vitale, in essenza luminosa che nutre la scena e da cui, essa stessa trae origine. Torna in Basilicata con quei sognatori che sognano di bellezza, assorti in pensieri “spensierati”o in più profonde, malinconiche riflessioni, da cui riaffiorano teneri ricordi giovanili ed il disincanto con cui si assiste al dissolversi dei nostri sogni e delle nostre più recondite aspirazioni.
“Non vi è nulla di più attraente del gioco con cui il pittore si spinge sino alle proprie frontiere, sembra varcarle, le varca per un istante e poi rientra in sé stesso: gioco fluttuante di colori, gioco madreperlaceo di onde.” (Maria Lenti)
“La sua pittura è il frutto di una estetica senza tempo, un lavoro che spicca nel panorama della contemporaneità, che non si uniforma alle tendenze. Claudio grida, quando il re è nudo e lo sa fare con un linguaggio che affonda le sue radici nel passato, vestito di presente. C’è, nei suoi dipinti, l’alone dell’esistenza concreta, del Dasein heideggeriano ed una spiritualità che trascende il tempo, la corporeità.” (Cecilia Ci, Un tessitore di luce, Petruzzi editore)
“La massa fluida in perenne movimento è resa dal suo pennello in centinaia di bagliori, in migliaia di declinazioni cromatiche che dal blu più intenso arrivano ai gialli, ai verdi, ai rossi senza mai perdere quell’aggancio forte e ondamentale al dato reale. La scelta del taglio è particolarissima: non c’è spazio per il cielo, raramente si percepisce
una minima striscia di sabbia o di roccia, perché l’acqua invade tutto lo spazio, ogni punto della tela da un lato all’altro.
Una scelta totalizzante che fa smarrire i contorni e i punti cardinali, che consegna in mano al pittore tutta la responsabilità di costruire, in quella marea infinita, una prospettiva, delle coordinate che ci permettano di non perdere la ragione.” (Floriano De Santi, Claudio Malacarne. Le figure dell’ignoto, ed. Archivio Umberto Mastroianni)