Federcasse: Non solo credito. Tante le iniziative del Credito Cooperativo per le famiglie, dalla promozione del welfare aziendale e territoriale in una logica innovativa alla armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro
“La transizione demografica – ha detto Gatti – è un tema trasversale, il filo conduttore che attraversa tutte le altre transizioni, economica, digitale, energetica. Dà carburante al futuro ma richiede un cambiamento delle culture a sostegno della natalità”.
Importanti, per questo, le politiche che potranno essere attuate. Bene, certamente, il “Family Act” varato dal Governo Draghi ed entrato in vigore il 12 maggio e che rappresenta certamente un cambio di rotta rispetto al passato (importante il varo dell’Assegno Unico Familiare) anche se – ha sottolineato Gatti – siamo ancora solo all’inizio, perché si tratta di una legge quadro che ha bisogno di decreti attuativi”.
Molto altro si potrà fare, ha concluso il Direttore Generale di Federcasse, correggendo squilibri evidenti: “Penso al bonus da 200 euro per le famiglie con redditi fino a 35mila previsto dall’ultimo decreto del governo contro il caro bollette”. “Attualmente – ha spiegato – l’erogazione del bonus non tiene conto del numero dei figli. Le famiglie numerose, però, affrontano costi maggiori quindi dobbiamo impegnarci perché in fase di conversione del decreto questo criterio venga considerato”.
Un patto per la natalità
L’intervento del direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti, agli Stati Generali della Natalità.
Se non invertiamo immediatamente la rotta, l’Italia rischia nel 2050 di avere 5 milioni di abitanti in meno. Sono i dati presentati nella prima giornata dei lavori dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo. Secondo l’Istat, solo poco più di una persona su due, in questo caso, sarebbe in età da lavoro. Il 52% delle persone tra i 20-66 anni dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità.
«Non ci sono solo transizione economica, digitale, energetica, c’è la conversione demografica, un filo conduttore che attraversa tutte le altre, che dà carburante al futuro. E che richiede un cambiamento delle culture a sostegno della natalità». (Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse)
La diminuzione della natalità, secondo Mattarella, è invece “uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee”. Occorre, per questo, “assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese”.
Per il Capo dello Stato bisogna “insistere nel perseguire condizioni che consentano alle giovani generazioni di costruire il proprio futuro”. In questo senso, “va garantita piena dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie”.
12 maggio, entra in vigore il Family Act, un passo in avanti fondamentale
Il giorno di apertura degli Stati Generali della Natalità, come detto, è coinciso anche con l’entrata in vigore del Family Act. “Forse non un caso” ha detto nel suo intervento la Ministra per la Famiglia, Elena Bonetti. “L’Italia ha la sua prima riforma strutturale delle politiche familiari. Per dare una risposta concreta alle fragilità del nostro sistema abbiamo investito in natalità, in servizi educativi, nel lavoro delle donne, in congedi parentali nuovi e paritari, nell’autonomia e nel protagonismo dei giovani”.
“Le sfide dei prossimi anni – ha aggiunto la Ministra – ci chiedono esattamente questo. Riforme integrate e strutturali, capaci di dare alle donne e agli uomini del nostro Paese vere opportunità di costruire il proprio futuro su basi stabili e sulla fiducia di una prospettiva di felicità”.