Che cosa significa diversità di sguardi, in un contesto come quello della governance bancaria e finanziaria?
Una sola donna in un consiglio di amministrazione di una banca non ha la possibilità di incidere, ma se quella percentuale sale e arriva intorno al 20%, la presenza femminile rende migliori quelle aziende. E quando poi quella percentuale sale ancora e arriva al 30%, migliorano tutti gli indici di performance della banca.
Lo dimostra una ricerca della CONSOB e dell’Università Bocconi di Milano, a ribadirlo, in un’intervista su Credito Cooperativo, Teresa Fiordelisi, presidente Bcc Basilicata, oggi anche nel board del CDA Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.
“Attualmente, scrive Fiordelisi, la governance della Bcc Basilicata è a maggioranza femminile. La banca che rappresento è unica nel panorama italiano e forse anche europeo, perché su 11 consiglieri, 7 siamo donne. E vedo anche quanta fatica facciano le mie colleghe consigliere a conciliare i loro impegni familiari e di lavoro con questo ulteriore impegno in una istituzione bancaria.
Quello che traggo dalla mia esperienza di donna impegnata in un settore quale quello bancario, declinato prevalentemente al maschile, è che dobbiamo accrescere la presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei ruoli apicali, perché è lì che disegnano le policy. È importante avere policy “plurali” che comprendano la presenza delle donne.
La legge Golfo-Mosca lo ha fatto per le banche quotate, noi dobbiamo farlo per banche non quotate, come le banche del territorio, di comunità, dove è altrettanto importante avere la presenza femminile, quella diversità di sguardi portatrice di valori e di risultati positivi”
L’insostituibile protagonismo delle donne al tempo della pandemia
Le conseguenze della pandemia non sono rassicuranti per noi donne: i mesi che abbiamo attraversato, e che stiamo ancora vivendo, sicuramente non permettono alle donne di trovare facilmente un equilibrio tra vita privata e lavorativa.
Per questo, scrive l’On. Bonetti, Ministra Pari opportunità e Famiglia, “Bisogna avere chiaro che l’obiettivo è quello di dare un fattore di sviluppo al Paese, consapevoli che o questo sviluppo vedrà le donne come protagoniste non a tutela delle donne o dell’esperienza femminile, ma al servizio di un nuovo modello socio economico per l’Italia e per l’Europa – oppure le donne saranno definitivamente escluse dal mondo del lavoro, dal mondo dell’economia e dei ruoli istituzionali e conseguentemente avremo un mondo che non sarà all’altezza della sfida che dovrà affrontare.”
Per leggere l’approfondimento puoi scaricare il numero 9-2020 del Credito Cooperativo, la rivista delle Banche di Comunità a cura di Federcasse