Il divario Nord-Sud: sviluppo economico e intervento pubblico, lo studio di Banca d’Italia presentato presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Il rapporto di Banca d’Italia, presentato nell’auditorium dell’Università degli studi della Basilicata, fornisce un quadro aggiornato dei divari territoriali in Italia con riferimento al sistema produttivo, al mercato del lavoro, al finanziamento delle imprese e ai fattori di contesto e svolge alcune considerazioni sulle possibili priorità di intervento per il Mezzogiorno, con riguardo sia al rafforzamento della struttura produttiva sia al miglioramento dell’azione pubblica.
Uno scenario, quello rilevato dalla ricerca, che evidenzia un Mezzogiorno con una crescente difficoltà nell’impiegare la forza lavoro disponibile, una riduzione dell’accumulazione di capitale, in precedenza fortemente sostenuta dall’intervento pubblico, e una minore crescita della popolazione rispetto alle aree più avanzate del Paese dove si sono concentrati i flussi migratori.
Nelle regioni meridionali – si legge nel documento – sono accentuati i tratti tipici del sistema produttivo nazionale, tra i quali il ruolo preponderante di micro imprese e di attività a controllo familiare, nel complesso poco dinamiche e meno in grado di sfruttare le nuove tecnologie digitali, il cui impiego richiede una forte complementarità tra capitale umano e capacità organizzative e tecnologiche.
E ancora: “Per favorire un deciso cambio di rotta sarà in primo luogo necessario ridurre i divari territoriali in quelle dimensioni che direttamente dipendono dall’azione pubblica. In secondo luogo, bisognerà rafforzare la struttura produttiva del Mezzogiorno. Di questo duplice compito si parla nell’ultima parte del lavoro, sottolineando come, almeno per il prossimo futuro, l’operatore pubblico possa contare su un ammontare di risorse probabilmente senza precedenti per l’attività di investimento, grazie al sommarsi dei fondi strutturali europei, del Fondo per lo sviluppo e la coesione e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Si tratta di un’occasione cruciale per avviare una nuova stagione progettuale, che adotti modalità di intervento innovative e orientate ai risultati.”
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